Primo anno d'università. Difficile sotto molti punti di vista: inizia la vita da pendolare, il corso di studi è complicato, il moroso comincia a lavorare di giorno e di notte e vedersi diventa un'impresa. Esistono i week end, menomale! Ma capita che si debba studiare, o che il moroso abbia un concerto lontano e papà Ulcy col cavolo che mi lasci andare...
Va bè, mi metto in sala d'attesa aspettando che si apra presto la porta dei tempi migliori.
Secondo anno d'università. Arriva la naia. Tre mesi di CAR a Fossano con un paio di licenze (giuramento più una fuga da me di cui tuttora la suocera non è a conoscenza). Poi in Fanfara a Milano, molto vicino. Peccato che nei week end la Fanfara sia impegnata in manifestazioni e vedersi risulti ugualmente complicato.
Ancora sala d'attesa. Intanto che aspetto studio: un pò matematica, un pò armonia e storia della musica. Così non mi annoio.
Finisce la naia, il moroso trova lavoro a Milano, gli orari diurni cominciano ad essere fissi e finalmente la porta sembra aprirsi. Ma servono soldi. Così il moroso comincia a far fruttare l'esperienza maturata durante la sua pausa univesitaria in un negozio di informatica. E di notte si aggiustano PC. E la porta si apre quasi solo il sabato sera. Ma spesso si è troppo stanchi per uscire e si finisce per collassare davanti alla TV. Oppure il moroso suona il suo amato rhythm and blues con fan club ulcy e amici al seguito (papà ulcy pian piano si è abituato all'idea che la figlia non è più una bambina). Siamo comunque più sereni e la sala d'attesa rimane vuota più spesso.
Poi arriva la Old swing big band e ci si vede per prove e concerti: è bello suonare insieme.
Poi arriva la laurea, e a seguire il mio lavoro: gavetta in giro per un pò di scuole, collaborazioni con l'università, esercitazioni all'università, lezioni in scuole di recupero anni scolastici, ripetizioni a gogò. E il moroso che cambia un pò di lavori, e gli orari di nuovo scombinati. E di nuovo la sala d'attesa.
Poi stabilità lavorativa per entrambi, acque diurne più calme ma niente da fare per quelle notturne...il moroso sempre incasinato tra prove, lavori, collaborazioni con studi ecc...
Poco male, la porta sta per aprirsi definitivamente: matrimonio!
Finalmente ci si vede di più: le serate sono ancora incasinate ma almeno si cena insieme, si dorme insieme, la domenica si sta insieme salvo concerti.
Non voglio essere una moglie che tarpa le ali al marito e lascio che continui a coltivare le sue passioni musicali, anche se mi costano un pò di serate in solitudine.
Certo che a volte è dura, capitano settimane in cui: lunedì prova in big (e ci si vede), martedi prova di sezione in big per me, mercoledì prova di sezione in big per lui, giovedì marito dall'amico Berny per preparare un congresso, venerdì dall'amico A per aggiustare il PC, sabato concerto....ormai la poltrona in sala d'attesa ha preso proprio bene la forma delle mie chiappe. Menomale che c'è la domenica.
Succede che arriva quache soldino in più. Il marito può finalmente portare a casa la macchina dei suoi sogni. E può dare sfogo alla sua passione sportiva. Ecco che la domenica mattina dei mesi invernali c'è Monza (se la pista non è bagnata) e nei mesi estivi i concerti si alternano ai raduni automobilistici. Finchè posso lo seguo ma personalmente considero l'automobile solo un mezzo di trasporto e a volte preferisco starmene a casa.
Nel frattempo entrambi spesso ci ritroviamo in un'altra sala d'attesa: siamo insieme ma un pò tristi perchè vorremmo essere in tre. La porta si spalanca nel maggio del 2009 e il 30 gennaio 2010 arriva il Campione.
La nascita di un figlio ti cambia la vita, e questa è un'ovvietà. Si cerca se possibile di mantenere le proprie passioni, faticosamente coltivate negli anni. Ho smesso di suonare. Probabilmente è ancora troppo piccolo, magari tra qualche tempo ricomincerò. Sto pensando di cambiare lavoro per stare più vicina a mio figlio (non cambiare scuola, cambiare proprio tipo di lavoro). Sono mie scelte, assolutamente personali e non influenzate da nessuno. Sbaglio? Forse, ma mi basta guardare il Campione per capire che per ora è giusto così.
Sono contenta che il Papi suoni ancora. E mi fa piacere vederlo rilassato dopo un domenica al raduno vista la sua settimana lavorativa massacrante.
Però ogni tanto capita la settimana in sala d'attesa. Ed è dura.
E mi spiacerebbe lasciare troppo tempo su quelle sedie anche il Campione.
Però il Papi nei momenti importanti non è mai mancato, e so che sarà così anche per il Campione.
Va bè, mi metto in sala d'attesa aspettando che si apra presto la porta dei tempi migliori.
Secondo anno d'università. Arriva la naia. Tre mesi di CAR a Fossano con un paio di licenze (giuramento più una fuga da me di cui tuttora la suocera non è a conoscenza). Poi in Fanfara a Milano, molto vicino. Peccato che nei week end la Fanfara sia impegnata in manifestazioni e vedersi risulti ugualmente complicato.
Ancora sala d'attesa. Intanto che aspetto studio: un pò matematica, un pò armonia e storia della musica. Così non mi annoio.
Finisce la naia, il moroso trova lavoro a Milano, gli orari diurni cominciano ad essere fissi e finalmente la porta sembra aprirsi. Ma servono soldi. Così il moroso comincia a far fruttare l'esperienza maturata durante la sua pausa univesitaria in un negozio di informatica. E di notte si aggiustano PC. E la porta si apre quasi solo il sabato sera. Ma spesso si è troppo stanchi per uscire e si finisce per collassare davanti alla TV. Oppure il moroso suona il suo amato rhythm and blues con fan club ulcy e amici al seguito (papà ulcy pian piano si è abituato all'idea che la figlia non è più una bambina). Siamo comunque più sereni e la sala d'attesa rimane vuota più spesso.
Poi arriva la Old swing big band e ci si vede per prove e concerti: è bello suonare insieme.
Poi arriva la laurea, e a seguire il mio lavoro: gavetta in giro per un pò di scuole, collaborazioni con l'università, esercitazioni all'università, lezioni in scuole di recupero anni scolastici, ripetizioni a gogò. E il moroso che cambia un pò di lavori, e gli orari di nuovo scombinati. E di nuovo la sala d'attesa.
Poi stabilità lavorativa per entrambi, acque diurne più calme ma niente da fare per quelle notturne...il moroso sempre incasinato tra prove, lavori, collaborazioni con studi ecc...
Poco male, la porta sta per aprirsi definitivamente: matrimonio!
Finalmente ci si vede di più: le serate sono ancora incasinate ma almeno si cena insieme, si dorme insieme, la domenica si sta insieme salvo concerti.
Non voglio essere una moglie che tarpa le ali al marito e lascio che continui a coltivare le sue passioni musicali, anche se mi costano un pò di serate in solitudine.
Certo che a volte è dura, capitano settimane in cui: lunedì prova in big (e ci si vede), martedi prova di sezione in big per me, mercoledì prova di sezione in big per lui, giovedì marito dall'amico Berny per preparare un congresso, venerdì dall'amico A per aggiustare il PC, sabato concerto....ormai la poltrona in sala d'attesa ha preso proprio bene la forma delle mie chiappe. Menomale che c'è la domenica.
Succede che arriva quache soldino in più. Il marito può finalmente portare a casa la macchina dei suoi sogni. E può dare sfogo alla sua passione sportiva. Ecco che la domenica mattina dei mesi invernali c'è Monza (se la pista non è bagnata) e nei mesi estivi i concerti si alternano ai raduni automobilistici. Finchè posso lo seguo ma personalmente considero l'automobile solo un mezzo di trasporto e a volte preferisco starmene a casa.
Nel frattempo entrambi spesso ci ritroviamo in un'altra sala d'attesa: siamo insieme ma un pò tristi perchè vorremmo essere in tre. La porta si spalanca nel maggio del 2009 e il 30 gennaio 2010 arriva il Campione.
La nascita di un figlio ti cambia la vita, e questa è un'ovvietà. Si cerca se possibile di mantenere le proprie passioni, faticosamente coltivate negli anni. Ho smesso di suonare. Probabilmente è ancora troppo piccolo, magari tra qualche tempo ricomincerò. Sto pensando di cambiare lavoro per stare più vicina a mio figlio (non cambiare scuola, cambiare proprio tipo di lavoro). Sono mie scelte, assolutamente personali e non influenzate da nessuno. Sbaglio? Forse, ma mi basta guardare il Campione per capire che per ora è giusto così.
Sono contenta che il Papi suoni ancora. E mi fa piacere vederlo rilassato dopo un domenica al raduno vista la sua settimana lavorativa massacrante.
Però ogni tanto capita la settimana in sala d'attesa. Ed è dura.
E mi spiacerebbe lasciare troppo tempo su quelle sedie anche il Campione.
Però il Papi nei momenti importanti non è mai mancato, e so che sarà così anche per il Campione.