Sono passati trecento giorni, quasi dieci mesi. Intensi, emozionanti, ricchi di vita.
E quel portone, quelle scale, quei vecchi corridoi, quelle poltrone da ufficio con l'imbottitura verde ormai svuotata, quel tavolone ovale pieno di fogli, registri, borse, diari, ... e poi quei binari, quell'odore di chiuso, quelle banchine, quelle facce di pendolari addormentati al mattino e stanchi la sera... e poi quella piazza, quell'ago con il filo, quella farmacia ("vorrei un test di gravidanza, doppio"), quel bar con le sue brioches spettacolari, quei tram, quel caos, quell'odore di città, la fermata della 94, quei negozi...quei sapori, quegli odori, quei giorni nella mia memoria sono stati avvolti da una coltre di nebbia.
E oggi, dopo 300 giorni esatti ho preso quel treno. Ho rivisto quelle facce stanche. Ho sentito quell'odore di chiuso. Ho camminato su quella banchina. Sono passata davanti a quella farmacia.
Con un pò d'emozione ho attraversato quel portone... E la nebbia è sparita. Tutto è tornato perfettamente chiaro. E quanti baci, quanti abbracci, quanto affetto. Da parte dei colleghi ma non solo. "Quando torna prof? Ci manca". Magari non è vero, conosco "lo studente" ma è stato bello sentirselo dire.
Insegnare mi piace, da sempre. Un pò mi manca.
La mia scuola mi piace, i miei colleghi mi mancano, il mio Preside è una cara persona.
Pensavo per il futuro di cercarmi una scuola vicino a casa per poter raggiungere facilmente il Campione. Ora non lo so. Magari con un part time e poche classi riesco ad organizzarmi e a lavorare ancora in città, a sentire ancora quegli odori, a vedere ancora il solito paesaggio fuori dal finestrino del treno mentre sono persa nei miei pensieri, a sedermi ancora su quelle sedie verdi della sala prof, a lamentarmi per il troppo lavoro, a litigare con gli studenti.
Oggi ho vissuto una mattinata con il rewind. E mi è piaciuto.
Ma il Campione mi è mancato tantissimo.